SOLIDARIETÀ A FABIO! – Domenica ore 11 Assemblea nazionale al csa Vittoria –

imagesIeri 14/01 e’ stato aggredito vigliaccamente Fabio, un compagno del Si cobas da sempre in prima fila al fianco dei lavoratori e nelle lotte dei facchini.

Il messaggio e’ chiaro: basta scioperi nella logistica.

Da tempo padroni e istituzioni provano a fermare il movimento dei facchini, che da anni attraverso scioperi reali ottiene avanzamenti dal punto di vista salariale e dei diritti.
Fogli di via, denunce, cariche della polizia, aggressioni ai delegati dentro i magazzini e adesso un’infame attacco in stile mafioso.

Siamo certi che non sentiremo l’indignazione dei democratici o dei professionisti dell’antimafia, troppo “distratti” a parlare nei salotti o a prendere ingenti finanziamenti e immobili dallo stato. La mafia non è altro che uno dei bracci armati dello stato e per questo colpisce chi mette in discussione questo sistema attraverso le lotte.

Ancora una volta la solidarietà di classe sarà l’arma per rispondere all’ennesimo attacco contro il movimento dei facchini.

MANDIAMO LA NOSTRA SOLIDARIETÀ E UN CALOROSO ABBRACCIO A FABIO, CERTI CHE LO RITROVEREMO DA SUBITO DAVANTI AI CANCELLI A COMBATTERE LO SFRUTTAMENTO.

DOMENICA ASSEMBLEA NAZIONALE PER RISPONDERE AL VILE ATTACCO, ORE 11 AL CSA VITTORIA

COLLETTIVO LA SCILORIA RHO

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Di seguito il comunicato del si cobas e la lettera scritta da Fabio:

UN’AGGUATO IN STILE MAFIOSO AD UN COMPAGNO DIRIGENTE DEL SI COBAS

Ieri pomeriggio il compagno Fabio Zerbini è stato attirato in una specie d’imboscata e pestato a sangue. Con la scusa di un incontro per risarcire i danni di un incidente automobilistico (uno specchietto rotto) avvenuto a fine dicembre, è stato attirato in zona Affori.

Appena sceso dall’auto, è stato assalito a tradimento e pestato a sangue.

Gli aggressori si sono quindi allontanati promettendogli una brutta fine se si occuperà ancora dell’organizzazione delle lotte operaie.

Questo pestaggio è la continuazione della strategia repressiva che combina l’intervento delle forze del disordine, con quelle dell’ordine di mafia, n’drangheta e camorra di cui hanno fatto le spese i nostri militanti sindacali , con minacce, processi, pestaggi, incendi d’auto ecc…

Più lo scontro politico si accentua, più si intrecceranno queste azioni atte ad intimidire la lotta dei lavoratori della logistica, ma solo l’estensione di questa, l’organizzazione di essa e dei COBAS potrà garantire una maggior difesa agli attacchi posti in atto dal padronato e dai loro sgherri, contro i sindacalisti attivi.

Non ci faremo intimidire!

Un caloroso saluto e una pronta guarigione va a Fabio, uno dei nostri compagni più in vista nelle lotte portate avanti tra gli operai della logistica.

14 gennaio 2014 – S.I. COBAS nazionale

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A tutte le strutture nazionali, territoriali e di fabbrica

A tutti i solidali con le lotte operaie nella logistica

Il pestaggio da me subito oggi può avere responsabilità dirette difficili da definire ma è, in ultima istanza, una chiara rappresentazione politica della reazione borghese al movimento di lotta che sta attraversando l’intero paese, con al centro i facchini (per lo più immigrati) della logistica e del trasporto

La scia degli episodi di violenza contro il movimento di sciopero che continua ad allargarsi è ormai abbastanza lunga da richiedere una risposta all’altezza della situazione con il chiaro obiettivo non di porvi fine (nessuno di noi si può illudere in questo senso) ma, piuttosto, di non segnare il passo e alzare ulteriormente il contenuto (non stupidamente le sole forme) dello scontro

Illusi quei nemici che pensano che tale movimento di lotta passi per alcuni militanti magari (?) più convinti e abnegati di altri.

Il movimento nasce da condizioni materiali ben precisi, destinati ad approfondirsi per via della crisi del capitalismo che impone uno sfruttamento sempre più intenso della classe operaia.

Attentati e pestaggi dei dirigenti e dei delegati più in vista, minacce e ricatti diffusi nelle fabbriche, licenziamenti e violazioni sistematiche dei diritti, cariche, denunce, fogli di via e arresti da parte degli organi repressivi dello stato, non sono altro che sfaccettature diverse di una verità che viene a galla. Da una parte gli sfruttatori dall’altra gli operai che vanno organizzandosi dal basso

Il conflitto è inevitabile e finalmente lo possiamo dire, l’esito tutt’altro che scontato

Stolti quindi anche coloro (tra i presunti amici) che si accontentano di gridare vendetta o che cascano dal pero e si inorridiscono per la violenza appellandosi alla democrazia e al rispetto delle sue regole. Perché proprio questa è la democrazia, riflesso diretto, anche se distorto, di un dominio di classe che “qualcuno” ha deciso di sfidare, nella convinzione profonda che, battendosi per i bisogni elementari delle grandi masse, si possono anche raggiungere conquiste immediate, per quanto parziali.

Insomma, poco ci deve importare cercare di scoprire l’autore materiale dell’ennesima violenza anti-operaia di cui si è dovuta nutrire la nostra stessa scelta politico-sindacale in quanto S.I. Cobas

La mano che ha colpito non è cattiva (e a pensarci bene non ha fatto nemmeno un gran danno) ma è piuttosto una rappresentazione evidente del fatto che il padronato (incluso i suoi servi, o sgherri, ovviamente) non trova, al momento, una soluzione praticabile per sottrarsi dal ricatto dell’azione operaia.

Quindi, ancora una volta: che fare?

Al momento la mia proposta è una sola: la convocazione di un attivo pubblico di tutte le strutture del S.I. Cobas e di tutti i solidali con questa battaglia, per sfruttare al meglio l’occasione e rilanciare la lotta attraverso uno sciopero generale da organizzarsi….bene

Data la possibilità che tale incontro, che propongo si tenga sabato questo, 19 dicembre, alle 11, possa vedere una certa partecipazione, propongo inoltre che si svolga al Csa Vittoria (Milano) ed in forma pubblica e nazionale

Aspetto conferme o critiche puntuali

Fabio Zerbini

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