La CITTA’ DELLA SALUTE di Formigoni: una rondine non fa primavera

Riportiamo alcune considerazioni dei delegati/e RSU del S.I. Cobas dell’azienda ospedaliera Salvini sulla città della salute. Quale futuro per gli ospedali del territorio?

CITTA’ DELLA SALUTE : QUALE FUTURO PER GLI
OSPEDALI A RETE?

E dunque si farà. Con la firma al documento preliminare di progettazione(DPP) parte la “città della salute” nel polo dell’ attuale ospedale Sacco a nord-ovest Milano.
L’ investimento sarà realizzato con capitali pubblico-privato in project financing di cui la metà,228 milioni€, messa già a disposizione dalla regione al consorzio città della salute di cui è presidente un certo Luigi Roth, già presidente della fiera.
Altri 40 milioni li metterà lo stato e i restanti 250 milioni€ li metteranno i privati che recupererannol’ investimento con la gestione dei servizi(posteggi,mense e pulizie e con un canone a carico della regione).
I lavori partiranno nel 2012, dopo che sarà partito il concorso internazionale per la realizzazione,probabilmente a febbraio 2011, e termineranno(almeno così dicono) nel 2015 pronto per l’ expo.
Il nuovo progetto ospedaliero avrà come modello sanitario il modello Toyota,si lavora come in fabbrica, dove non ci saranno i classici reparti, ma i pazienti verranno distribuiti(come una merce) piano per piano a secondo della gravità della malattia .
Nella città della salute ci sarà quasi tutto:polo universitario,spazi per ammalati e familiari,asilo nido per i dipendenti,nuovi laboratori e nuovi edifici per ricercatori,infermieri e universitari.
Si prevede che tra pazienti,familiari,medici,personale sanitario,fornitori, ci saranno 10 mila persone al giorno che entreranno nella città.Un vero affare per chi riuscirà ad avere un negozio o un bar.
Nel frattempo a cinque chilometri più avanti in quel di Garbagnate ospedale Salvini, ci sarà un altro investimento di 138 milioni€ e rotti (fino a 150) per costruire il nuovo ospedale sulla base di quello già esistente,con P.S. ,7sale operatorie con blocco parto e una sala per endoscopia,dialisi,prelievi e diagnostica.Una parte del capitale(7.700.000€) la direzione Salvini la recupera vendendo i terreni dell’ ospedale di Bollate già d’ accordo con il comune.
Ci siamo spesi in questa breve esposizione per porci la domanda e porla ai cittadini e ai lavoratori:
Ci saranno ancora i tre ospedali della rete: Bollate, Rho e Passirana?
O finiranno invece nella rete per essere mangiati da finanzieri e speculatori?
Noi ,come delegati sindacali rsu del S.I. Cobas, diciamo la nostra.
Pensiamo che I tre presidi ospedalieri attuali non chiuderanno ma verranno svuotati delle loro funzioni man mano che ci si avvicina alla realizzazione dei nuovi ospedali circostanti.
Una volta che saranno pronte e funzionali le nuove strutture ospedaliere non ci potrà essere più spazio per gli attuali presidi.
Il motivo di questa nostra riflessione poggia le basi su quello che è avvenuto in questi ultimi due anni e su quello che avviene giorno per giorno nei reparti e nei servizi.
Non solo. Ma,ci chiediamo, che ruolo potranno mai avere come polo di attrazione, e in un certo senso lo capiamo pure, gli attuali presidi, di fronte ad un polo della salute che vede alte specialità di cure( come il Besta,Tumori e Sacco) e a soli cinque km più a nord c’è un altro ospedale nuovo che ha gli stessi reparti su un piano tecnologico e di offerta più alto?
Potranno mai esistere in un circondario di 10 km 7 ospedali?
Certo con la politica tutto è possibile.
Però in qualsiasi modo la si mette gli attuali presidi non saranno mai più come sono.

Per leggere il contributo completo clicca il link sotto:

www.sicobas.org/sanita/309-la-citta-della-salute-di-formigoni-una-rondine-non-fa-primavera

Questa voce è stata pubblicata in Territorio. Contrassegna il permalink.