Questa mattina a Rho, come in altre città della Lombardia, si è svolto un corteo lanciato dal sindacato confederale dei metalmeccanici FIOM per concentrare gli operai scesi in sciopero oggi (per 4 ore…) contro la riforma del lavoro del governo Monti. Eravamo presenti anche noi con un nostro volantino per lanciare la mobilitazione a sostegno della lotta dei facchini di Basiano e in particolare dei 18 arrestati.
Le impressioni che riceviamo da questa mattinata di sciopero sono però piuttosto desolanti riguardo al livello di conflitto reale che può emergere da questo tipo di manifestazioni che portano i lavoratori a disperdersi nel vortice della rappresentanza burocratica. E’ proprio questo l’elemento più avvilente rispetto al corteo di questa mattina e alle forze scese in piazza: l’incapacità di prendere posizioni critiche nei confronti di quei funzionari che per ragioni “di poltrona” continuano a spingerci su posizioni di concertazione sicuramente lontane dagli interessi reali di classe.
In questo senso anche questa mattina abbiamo partecipato ad un corteo completamente privo di conflittualità. La manifestazione si è svolta su un percorso dove non si verificasse alcun disagio per il traffico automobilistico e al comizio finale di un funzionario è seguito un incontro con esponenti della politica locale all’interno del municipio di Rho. Insomma, la loro linea, così come a livello nazionale, rimane esclusivamente quella legalitaria che alla riforma del lavoro del duo Monti-Fornero risponderà, è stato più volte annunciato, con una raccolta firme per abrogare questa legge infame.
La reazione dei lavoratori a questa riforma non può essere esclusivamente questa, solo le lotte reali e il conflitto unitario possono oggi portarci ad un percorso di ricomposizione della classe operaia in Italia. Gli esempi che ci arrivano dal passato ci forniscono elementi chiari in questo senso: fu proprio il referendum per l’estensione dell’art. 18 ad aprire la strada ai padroni e ai governi che li rappresentano per l’abbattimento continuo dei diritti dei lavoratori. Inoltre, proprio in questo periodo abbiamo sotto gli occhi gli effetti reali a livello legislativo del referendum per l’acqua pubblica che viene continuamente scavalcato dai politici e dalle cricche che vogliono privatizzare questo bene indispensabile.
Per questo non ci stancheremo mai di proporre l’unificazione delle lotte diffuse sul territorio per superare le manifestazioni rituali come quella di oggi. Alzare il livello del conflitto bloccando la produzione con dei veri scioperi generali è oggi, per noi, l’unica strada verso la ripresa della lotta di classe in Italia.
Ciao Sergio, noi semplicemente siamo un collettivo di lavoratori comunisti che hanno espresso una loro visione sul triste corteo di ieri. Ci tengo a sottolineare che siamo lavoratori che come altri milioni vivono in prima persona le condizioni e le contraddizioni che ci sono all’interno della classe. Disoccupazione, precarietà, cassa integrazione e licenziamenti, attacco ai diritti noi sappiamo purtroppo cosa vogliono dire perché ogni giorno ne subiamo direttamente le conseguenze.
Dare dei grilli parlanti a noi vuol dire non voler vedere dove stanno realmente i grilli parlanti, per noi i grilli parlanti sono i funzionari stipendiati come quello di ieri ,che seduti su una poltrona dicono ai lavoratori cosa devono fare, non so se hai notato che ieri nessun lavoratore è intervenuto a parlare dal microfono…
Sinceramente noi ci siamo rotti i coglioni di questi personaggi che esprimono solo opportunismo dannoso per i lavoratori, lotteremo sempre contro di essi, lotteremo sempre contro chi ha la responsabilità politica da una parte e sindacale dall’altra di averci condotto in questa situazione. Non possiamo dimenticare quando Rifondazione votava le guerre, i pacchetti che introducevano e amplificavano la precarietà, il Si alla Tav e altri provvedimenti peggiorativi per le condizioni della classe. Come non dimentichiamo gli anni di concertazione di Cgil-Csl-Uil (Fiom compresa) che oltre a cancellare i diritti e abbassare i salari ci hanno condotto al grado di arretratezza del livello del conflitto operaio oggi in Italia.
Sergio noi non siamo contro i metalmeccanici scesi in piazza ieri, ma contro i funzionari che frenano l’unificazione delle lotte, che tengono le vertenze isolate e destinate alla sconfitta, ieri non una parola è stata espressa in solidarietà ai lavoratori di Basiano, dove 1 lavoratore è in coma e 17 sono in stato di arresto.
Noi non faremo mai concorrenza tra le lotte perché questo lo fanno le organizzazioni che tu stai difendendo, noi spingeremo sempre verso l’unità tra metalmeccanici e lavoratori delle cooperative, tra precari e “garantiti” e così via, perché il nostro obbiettivo è l’unita e l’indipendenza della classe lavoratrice senza avere attorno opportunisti vari!
Il pensiero che abbiamo scritto sul corteo di ieri e queste righe servono proprio ad aprire un dibattito su queste cose nel territorio.
Vi rispondo con il rispetto e la chiarezza che vi devo.Io penso che la manif di ieri sia positiva, con tutti i suoi limiti, certo, ma sono i limiti della situazione reale. Voi dite che volete unificare le lotte. Bene. Ma allora dovete lasciare a ciascuno il terreno che si è scelto. E poi: non tutti i funzionari sindacali sono mirano alla concertazione, certamente non mira alla concertazione – io lo conosco bene – il compagno della FIOM che ha parlato ieri. Ammiro – moltissimo – il vostro impegno a pioltello, a basiano e nelle coop in genere, ma, scusatemi per quanto sto per dire, mi piacete quando organizzate le lotte non quando fate i grilli parlanti a proposito delle lotte degli altri