Sciopero ai magazzini del “Gigante” di Basiano (ZONA INDUSTRIALE BASIANO) La polizia interviene e manda 5 operai in ospedale
Da ieri è presidio permanente DOMENICA 10 GIUGNO ORE 15 assemblea davanti ai cancelli
Mentre era in corso la battaglia davanti ai cancelli di SDA (a parte le news dopo il secondo giorno di sciopero), giungeva notizia che a Basiano era partito lo sciopero spontaneo dell’intero reparto della Gartico, una delle società che gestisce i servizi di magazzinaggio per conto de “il Gigante” e che, a sua volta, si avvale della cooperativa Sinergy (gruppo Alma, lo stesso già incontrato a Pioltello davanti a Esselunga) per il facchinaggio e la movimentazione merci.
Nello stesso deposito di Basiano opera inoltre ItalTrans che gestisce la sezione trasporti attraverso un’altra cooperativa, la Bergamasca (gruppo CISA).
Il solito ginepraio piramidale alla cui base operano in condizioni di neo-caporalato circa 120 operai immigrati, per lo più egiziani e pakistani.
Una breve storia
Il percorso comincia proprio mentre infuriava la battaglia all’Esselunga. Molti operai di Basiano abitano a Pioltello e diversi di loro avevano lavorato a suo tempo a Pioltello. Proprio questo incrocio di conoscenze e esperienze, è alla base di un percorso di sindacalizzazione che ha portato allo sciopero di tre settimane fa, promosso dai 30 iscritti al SI.Cobas (tutti pakistani) e a cui aveva finito per aderire anche il consistente contingente degli egiziani di Alma (oltre 50) seppure iscritti ad un altro sindacato.
Alla base dello sciopero le scandalose condizioni economiche degli operai di “Bergamasca” ai quali, oltre al mancato riconoscimento della professionalità e degli istituti contrattuali, viene applicato un balzello di 2500€ l’anno di quote sociali per far fronte alle perdite economiche complessive della cooperativa degli ultimi cinque anni.
Gli egiziani dichiareranno poi apertamente di essere in sciopero perché solidali coi colleghi di Bergamasca e perchè non possono ammettere che a parità di lavoro, qualcuno prenda 400€ al mese meno di loro, perchè questo è una minaccia alle loro stesse condizioni
E la lungimiranza di queste affermazioni non tardano a manifestarsi, quando giunge, a freddo, la notizia che Alma ha dato disdetta dell’appalto a partire dal 20 giugno, che intende abbandonare gli operai al destino dell’appalto (in sostanza licenziamento o Cassa integrazione), che Bergamasca andrà a rilevare la parte di appalto lascata vacante da Alma, con l’intenzione di portarci a lavorare altri “suoi operai” finora utilizzati col metodo del lavoro a chiamata senza assorbire, come previsto dalla legge, gli operai licenziati.
La logica del cambio d’appalto appare evidente: si buttano fuori 90 lavoratori che lavorano ad una media di 9€ all’ora per sostituirli con altrettanti che lavorano a 6€.
A orchestrare il tutto, ovviamente la direzione de “il gigante” e delle due aziende intermediarie di servizi di cui si serve (Gartico e Italtrans)
Il cerchio della logica capitalista si chiude come una morsa sul destino immediato di 90 lavoratori che reagiscono immediatamente come belve inferocite
La battaglia dell’8 giugno
Fin dal mattino gli operai di Alma incrociano le braccia e occupano i reparti mentre dall’altro lato del magazzino, i compagni di Bergamasca rallentano la produzione a tal punto che rendono totalmente inefficace l’afflusso di 40 operai esterni aggiuntivi
La situazione diventa quindi incandescente a partire dall’ultimatum dato dai carabinieri, per le 17, per liberare il magazzino dall’occupazione.
Alle 20 scatta l’azione della polizia in antisommossa che prima trascinano fuori dal magazzino gli operai e poi passano ai manganelli. Alla fine si conteranno 5 feriti di cui 4 sostanzialemnte lievi e uno che, all’una di notte, era ancora in ospedale per le percosse subite al fegato.
Dopo la carica e la concitazione successiva, tutti gli operai coinvolti nella battaglia (che nel frattempo si sono uniti al SI.Cobas) si uniscono ai 20 colleghi di Bergamasca che stazionavano, fin dalle 15, fuori dai cancelli.
Alle 24 la polizia abbandona la scena: lo sciopero si protrae e il presidio diventa permanente
I prossimi passi
Ci si prepara così al momento cruciale di lunedì, da sempre giornata clou dell’intera lavorazione settimanale per “il Gigante”
La convinzione degli operai è forte e le botte subite non hanno fatto altro che raffrozarla. Le idee sono piuttosto chiare e confluiscono in una piattaforma molto semplice:
1) Mantenimento dei livelli occupazionali
2) Applicazione integrale dei livelli retributivi previsti dal CCNL
3) Contro la socializzazione delle perdite applicata da Bergamasca
4) Fuori dall’impianto cooperative che utilizzano il lavoro a chiamata
Per arrivare a questo sarà necessario inchiodare al tavolo tutte le parti oggettivamente in causa (Il gigante, Gartico, Italtrans, Alma e Bergamasca). L’adesione al SI.Cobas e allo sciopero ormai giunta all’85%, sono un rapporto di forza importante che non sembra lasciare molto spazio alle manovre padronali. Ma è proprio questo il momento di chiedere a sè stessi il massimo sforzo di lucidità e determinazione a conseguire il risultato
Per definire in maniera chiara e definitiva le rivendicazioni e decidere i passaggi necessari ad affrontare la giornata cruciale di lunedì
Presidio Permanente Esselunga di Pioltello
Centro Sociale Vittoria