SEDICI ORE DI SCIOPERO BASTANO PER DIFENDERE L’ ART. 18?

 “Contro” la riforma del mercato del lavoro e dell’ Art. 18, voluta dal governo,La CGILha prospettato 16 ore di sciopero di cui 8 con sciopero generale, ma serve davvero a difendere l’ art. 18?                                                            Secondo noi no.

 Facciamo parlarela Camusso: “la CGILnon può aspettarsi di riconquistare l’articolo 18 tale e quale come scritto nello statuto del 1970. Il tabù è stato infranto e non si torna indietro.”

Allora perché vuole, con molta ambiguità, lanciare lo sciopero generale?

Il solo scopo è quello di utilizzare la forza della piazza, la forza dei lavoratori Italiani, per cercare di condizionare il governo, ad accettare la sola modifica  dei licenziamenti economici, che perla CGIL, consiste nel far decidere al giudice il reintegro o l’ indennizzo del lavoratore licenziato.

Ecco il classico modo per gettare alle ortiche la lotta dei lavoratori.

Mettiamo in evidenza questo aspetto, al di la di tutta la riforma, di cui si parla da settimane, che l’analizzeremo ad accordo firmato, perché è attraverso la chiarificazione dei veri motivi della lotta che i lavoratori tutti, devono crescere per costruire un loro autonomo percorso di lotta al di fuori del controllo sindacale ufficiale.

D’ altronde, il nostro giudizio non nasce per puro spirito di contraddizione contro i confederali,  conosciamo molto bene il ruolo che svolgono nelle coop della logistica, e non solo, a favore dei padri padroni proprietari( come Esselunga, GLS,) pur di sottomettere i lavoratori alle voglie del caporale di turno o del padrone di turno.

La lotta e lo sciopero generale lo vogliamo e lo dobbiamo fare ma con le nostre rivendicazioni coscienti di partecipare per rivendicazioni che devono permettere il rafforzamento dei diritti di chi lavora e di chi li rappresenta realmente nei luoghi di lavoro.   

SCIOPERO GENERALE CONTRO IL CAPITALE.

PARTECIPAZIONE DI MASSA CONTROLA REPRESSIONE.

DIFESA AD OLTRANZA DELL’ ATICOLO 18.

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