UNA CRISI A EFFETTO DOMINO ISOLATI SIAMO SOLO PEDINE, ORGANIZZATI UNA FORZA DIFFICILE DA ABBATTERE

Pubblichiamo L’editoriale della rivista LANTERNA ROSSA, redatta dai compagni , lavoratori e studenti di Genova.

Uscito il nuovo numero della rivista
UNA CRISI A EFFETTO DOMINO
ISOLATI SIAMO SOLO PEDINE, ORGANIZZATI UNA FORZA DIFFICILE DA ABBATTERE


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EditorialeCon questo numero della rivista ci apprestiamo ad entrare nel terzo anno di pubblicazione di Lanterna Rossa. Due anni di lavoro intenso, portato avanti con passione ed energia, nonostante la passività sociale che ci circonda e che la crisi globale sembra solo ora iniziare a smuovere.

Ma ancora non basta.

La passività e la rassegnazione ancora regnano sovrane, mentre quei pochi fremiti spontanei da parte degli studenti e dei lavoratori sono incanalati in riti stanchi che non fanno che alimentare lo scoramento e l’apatia.

In questo clima un primo risultato é, per noi, essere ancora qui, inaugurare il nostro terzo anno di vita come Lanterna Rossa, con un bagaglio di esperienze e lezioni accumulate lungo un percorso che si é dipanato tra volantinaggi e diffusioni, assemblee e mobilitazioni studentesche, collaborazione stretta e serrata con i settori più combattivi dei lavoratori e momenti di riflessione teorica. Un percorso fatto di delusioni, arretramenti, ma anche risultati e nuove prospettive che si aprono.

Non essendo inclini alle glorificazioni, tiriamo dritto, consci, però, dell’importanza di quello fin qui fatto e delle prime e rudimentali fondamenta che in questi due anni abbiamo cercato di costruire.

Alla fine del ciclo di occupazione delle facoltà del 2008 siamo usciti da quell’esperienza consci della necessità di stretta unione tra studenti e lavoratori. In questi due anni abbiamo cercato di materializzare quella parola d’ordine, ricercando sul terreno pratico le modalità attraverso le quali raggiungerlo.

Trasformare questa formula in pratica reale e organizzativa non é stato semplice, ma il contatto diretto e quotidiano con i lavoratori del Sin.Base – Sindacato di Base -, il lavoro quotidiano portato avanti spalla a spalla con loro ha permesso di trovare il sentiero, il percorso da battere.

Questo osservatorio ‘privilegiato’ ha reso sempre più evidente come tutte le legittime mobilitazioni sviluppatesi sul terreno studentesco non possano incidere in profondità, se le stesse non riescono a legarsi e collegarsi con quelle dei lavoratori.

Nessuna lotta e mobilitazione contro la dequalificazione o per il miglioramento della didattica può essere efficace senza che queste inizino a interfacciarsi con le condizioni che, usciti dall’università, ci troveremo davanti nel mercato del lavoro.

Possiamo ottenere le migliori aule possibili, la migliore for-mazione, stage e laboratori realmente istruttivi, ma a che pro se la disoccupazione dilaga, se non s’inizia a lavorare per la difesa dei livelli occupazionali, se non si lotta per salari e condizioni di lavoro dignitosi assieme ai lavoratori?

In questi giorni leggiamo sui giornali come si stia registrando un boom nelle iscrizioni ai test per i corsi triennali delle professioni ospedaliere. ‘La Repubblica’ di Genova rende disponibile alcuni dati: 241 richieste in più per infermeristica, 209 in più per fisioterapia, 216 per tecnici – radiologi.

Questo é un altro episodio emblematico che pone con ulteriore forza la problematica del ricollegamento tra i lavoratori di oggi e quelli di domani. Infatti, grazie alla collaborazione con il Sin.Base, ben conosciamo l’attuale situazione lavorativa all’interno degli ospedali, soprattutto per quel che riguarda il settore infermieristico.

Dequalificazione, aumento dei ritmi, blocco delle assunzioni, ritiro dei part – time, utilizzo massiccio delle agenzie interinali.

Questo é quello che, queste nuove leve di matricole incontreranno alla fine del loro percorso di studi; questo quello contro cui abbiamo lottato in questi anni, dando supporto e solidarietà attiva a quei lavoratori che, all’interno degli ospedali, si sono mobilitati nella difesa dei loro salari e delle loro condizioni di lavoro.

E’ qui che la parola d’ordine del ricollegamento tra studenti e lavoratori, da augurio diventa pratica sociale reale, necessità viva da portare avanti, fortificare e strutturare.

Perché quelle nuove matricole che numerosissime si presen-teranno quest’anno ai test d’ammissione, presto si troveranno a fronteggiare le difficili situazioni che già ora caratterizzano le vite di tanti lavoratori.

E’ anche qui che trova un senso un’attività politica organizzata da parte degli studenti che esca dal mero studentismo, ma che riesca a porsi efficacemente sul terreno della lotta di classe, lotta che, oggi, vede al ‘fronte’ l’attuale forza – lavoro salariata, ma che, domani, su quello stesso fronte, vedrà noi.

Aiutare, sostenere e ricollegare le attuali mobilitazioni dei lavoratori, nel caso specifico citato negli ospedali, da parte di noi studenti é l’unica maniera per preservare e difendere i nostri interessi, non come fantomatici studenti, ma come futura forza lavoro salariata, come futuri lavoratori.

Il lavoro fatto fino ad adesso ha voluto andare proprio in questa direzione, ricercando ogni volta le soluzioni pratiche per espletare questo importantissimo compito.

I volantinaggi davanti ai posti di lavoro, le raccolte firme, l’attività di ricollegamento tra lavoratori spesso separati ed isolati, la nostra partecipazione al Comitato di sostegno alle lotte delle cooperative, l’organizzazione di assemblee per lanciare casse di resistenza per i lavoratori licenziati in lotta, la partecipazione ai presidi dei lavoratori Amt sono i piccoli passi di questo lavoro collettivo. Un lavoro collettivo che vuole trovare in questa rivista uno spazio di coordinamento, riflessione e rilancio di tutta questa attività.

La sfida é sicuramente gigantesca e i rapporti di forza ampiamente sfavorevoli.

La crisi, però, in questo lavora per noi costringendo sempre più studenti e lavoratori a muoversi su questo terreno. Anche per questo diventa sempre più fondamentale cercare di radicare un lavoro organizzato nelle nostre facoltà in grado di guardare oltre, di superare l’invecchiata e reazionaria difesa di una presunta università pubblica, ma che riesca a guardare al domani, ai suoi sbocchi e alle sue lotte.

Se sapremo vincere questa sfida, il movimento studentesco, svestito del suo studentismo e del suo corporativismo, potrà svolgere un importante ruolo a fianco dei lavoratori, incidendo effettivamente sulla realtà e portando a casa dei risultati anche sul terreno propriamente universitario nella lotta contro la dequalificazione.

Contrariamente rischia d’impaludarsi ulteriormente, restando mero strumento di baroni e rettori nelle loro contese interne ed esterne. Contrariamente continueremo a ritrovarci in fila, affidandoci alla madonna e a ogni santo immaginabile, prima, per superare il test d’ingresso e, dopo, nella ricerca disperata di un lavoro che non c’é.

Contrariamente quelle schiere di matricole continueranno ad affollare aule e facoltà nell’illusione di un futuro che il capitale e la sua crisi continuano a peggiorare alimentando una concorrenza senza fine tra futuro e attuale proletariato.

Non esistono scappatoie individuali, scorciatoie attraverso le quali sviare; non per noi, che, presto o tardi, saremo costretti a lavorare per vivere.

Esiste però un lavoro collettivo da portare avanti, un’opposizione di classe da costruire.

Perché é proprio vero che isolati saremo sempre e solo pedine da far cadere, organizzati una forza che può fare paura.

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