E se vi dicessero che un maresciallo dei carabinieri tanto arrogante quanto spavaldo è stato arrestato per ripetute violenze sessuali nei confronti di donne in stato di arresto, quale sarebbe la vostra reazione? Sorpresa, sdegno, incredulità? Noi non ci soprendiamo affatto di quello che abbiamo appreso ieri dai giornali locali e nazionali, conosciamo il soggetto in questione perchè comandante della stazione di un paese confinante al nostro e soprattutto sappiamo bene quali fossero i suoi metodi di “lavoro”.
Grande difensore della sicurezza dei cittadini ricordiamo di lui i suoi appostamenti nei parchi della zona in cerca di pericolosi criminali adolescenti armati di cannoni (si ma quelli che si fumano…). Rinomate anche le permanenze alle sue “dipendenze” nelle stanze della caserma parabiaghese, dove oltre a stuprare si detenevano persone al di là di ogni rispetto dei diritti fondamentali delle persone.
In questo bel quadretto da film dell’orrore nulla ci può sorprendere, nemmeno sapere ormai con certezza che anche a pochi chilometri da casa nostra come nei CIE (lager per migranti), la polizia stupra e calpesta i diritti umani. Si, perchè se quasto pezzo di merda è stato libero di agire lo si deve anche all’omertà dei suoi colleghi che, ammesso che non fossero parte integrante delle violenze, hanno coperto lo stronzo per ben 20 anni di servizio!
Nulla ci sorprende anche perchè la stessa violenza che questa volta era di tipo sessista si esprime anche nei confronti dei lavoratori in lotta, dei migranti, dei carcerati e di tutti coloro che in questo stato attuale di cose non hanno gli stessi diritti di chi sta più in alto nella scala sociale. Colpevole di tutto ciò è lo Stato, che attraverso i suoi apparati repressivi mantiene l’ordine costituito anche attraverso le maniere forti.
Ci chiediamo quindi quanti stupratori, assassini, picchiatori etc. si nascondono dietro al loro potere e lo usano sicuri e arroganti come lo era il maresciallo Gatto. Quanti altri ce ne sono a piede libero? E non vogliamo sentire parlare per l’ennesima volta di mele marce, perché qui ad essere marcio è tutto il sistema.
Non è forse il caso quindi di ragionare in termini diversi dal semplice caso di cronaca allargando il discorso al sistema politico e sociale attuale da superare. Siamo convinti che per fare questo non bastino ne’ il legatarismo borghese ne tanto meno il riformismo dei partiti dell’attuale sinistra.
Sviluppare l’autorganizzazione dal basso,rimanendo sempre attenti a non farci calpestare i diritti e costruendo percorsi di lotta sul territorio, rimane per noi , ancora oggi, l’unica soluzione per fare in modo che ingiustizia sociale,repressione e abuso di potere cessino di esistere.