E’ proprio così. A Genova e a Castellamare l’annunciata chiusura dei cantieri navali da parte di Fincantieri, non è passata sotto silenzio. La risposta dei lavoratori non s’ è fatta attendere e nel giro di neanche 24 ore sono iniziate le mobilitazioni: Blocchi, Cortei, occupazioni, scontri con la polizia.
E’ successo quello che dovrebbe accadere ogni volta che ci sono dei licenziamenti.
Puntuale è arrivata la risposta dei politici che da destra a “sinistra” si ricordano strumentalmente dei lavoratori e si affrettano a rilasciare dichiarazioni di fuoco contro la dirigenza di Fincantieri, un po’ per campagna elettorale, ma soprattutto, con l’aiuto di qualche sindacalista addetto a questo compito, per cercare di spegnere le mobilitazioni.
Le occupazioni, i blocchi, gli scontri a Castellamare e Genova sono da esempio, rappresentano la rabbia di tutti i lavoratori e le lavoratrici costretti a subire le conseguenze della crisi, rappresentano quei lavoratori che non riescono a ribellarsi perché costretti al ricatto della precarietà, o isolati nelle proprie aziende dal clima di repressione instaurato dai padroni.
Dimostrano che quando i lavoratori si muovono in maniera autonoma fanno paura.
La solidarietà che esprimiamo nei confronti dei lavoratori della Fincantieri diventerà concreta solo se saremo in grado di intensificare le lotte nei nostri posti di lavoro e sul territorio.
Mentre si parla della necessità di un piano lacrime e sangue, che ovviamente pagheremo solo noi, per risanare i conti dell’Italia, l’unico modo che abbiamo per respingere questi attacchi, inutile dirlo, rimane la lotta e l’unità.
Nel frattempo prendiamo esempio dai Lavoratori della Fincantieri.
Un ottimo esempio di come si risponde all’arroganza dei padroni e alla brutalità dei loro servi sbirri: con la giusta determinazione e la necessaria violenza. Adesso per i lavoratori sarà importante continuare sulla strada dell’autorganizzazione rifiutando di farsi rappresentare da chi cercherà di fermare la lotta per scopi estranei agli interessi dei lavoratori. Fuori i sindacati di compromesso, i politici e i preti dai cortei!
1960-2011 w i portuali di genova!