INTERVISTA A KARLO POTEREPO



 

 

 

 

 

 

Incontriamo Karlo in un pub, l’appuntamento è per le 22, ma sappiamo che con tutta probabilità non si presenterà in orario. Lo conosciamo bene, tra le sue doti la puntualità non è contemplata, e infatti si presenta con 20 minuti di ritardo. Senza addurre scuse ci invita semplicemente a bere una birra insieme. Alla birra si accompagneranno intense discussioni come al solito. Niente di meglio per noi.

Cerchiamo di riportare il succo di questa informale intervista…

 

Per quali motivi hai accettato la nostra richiesta di candidarti a sindaco di Nerviano?
(Karlo ci fissa accarezzandosi la barba, poi risponde) Ho accettato perchè sono sdegnato dalla politica istituzionale di questo paese, in questi cinque anni di lotte al vostro fianco ho notato solo disinteresse per le vostre richieste di reale cambiamento della situazione odierna. I lavoratori, gli studenti, i precari e le classi più deboli sono costretti a subire le decisioni di politici completamente distaccati dai loro interessi, tutto ciò era diventato inaccettabile.
Purtroppo qualche smemorato crede ancora a questi personaggi, ma in fondo c’è anche chi crede che nel 2012 finisca il mondo! Noi, come gli elefanti, abbiamo la memoria lunga…

Le politiche giovanili hanno assunto un ruolo di primo piano in questa campagna elettorale, perchè?
Indubbiamente le lotte che abbiamo portato avanti in questi anni hanno dato uno slancio notevole alla sensibilità della popolazione su questa questione. Nerviano ha visto crescere la coscienza politica dei giovani del paese che organizzandosi hanno dato voce alle proprie rivendicazioni attraverso iniziative molto partecipate. Temi quali spazi, socialità, cultura, lavoro, precarietà, servizi pubblici e difesa del territorio sono entrati di forza nel dibattito politico. I candidati alle elezioni stanno cercando di strumentalizzare tutto ciò in cerca di voti, in realtà nessuno di loro li inserirà tra le sue priorità perchè in contrasto con la politica che perseguono, quella del profitto.

Come può un uomo con la barba rappresentare i giovani?
(Karlo accenna un sorriso e da una sorsata al boccale di birra…)

La classe politica nervianese ci accusa di non “metterci la faccia”, cosa ne pensi?
(Lo sguardo di Karlo è più serio del solito, poi risponde…) Se per loro sfilare in corteo, prendere le botte dai celerini insieme ai lavoratori, occupare uno stabile dismesso e rischiare denunce, organizzare iniziative culturali e sportive (…) non è “metterci la faccia” allora mi speghino cosa vuol dire! Forse per loro significa fare promesse in campagna elettorale per poi dimenticarsene regolarmente?

In che senso razzismo e xenofobia sono strumenti utilizzati dai partiti?
Ogni giorno attraverso i media ufficiali ci viene proposto un modello basato sulla paura e la diffidenza per i migranti. Vi faccio un esempio: il mese scorso sono sbarcati a Lampedusa poche migliaia di persone fuggite dal loro paese d’origine a seguito di rivolte popolari e guerre. In ogni telegiornale e giornale si è parlato subito di invasione dimenticandosi che la guerra in quei paesi la stanno portando i nostri governi attraverso missioni “umanitarie”. Per noi queste sono guerre imperialiste che hanno il solo fine di consolidare il dominio economico delle nazioni occidentali sulle altre.
La maggior parte dei migranti fa parte della classe sociale che vive solo del lavoro di tutti i giorni. Queste operazioni hanno chiaramente lo scopo di dividere i lavoratori creando falsi nemici alla popolazione. Per noi non esistono stranieri, apparteniamo tutti alla stessa classe, il proletariato e ci proponiamo di costruire una società dove non esista più il concetto di straniero e la divisione in classi.

Questo si verifica anche in un piccolo paese come Nerviano?
Si, infatti vi faccio notare come in alcuni programmi elettorali si parli di uguali diritti e doveri per italiani e stranieri, a patto che siano in regola con la legge. I cosiddetti clandestini sono quindi esclusi, a questo punto facciamo notare a chi ha scritto questi programmi come la legge incastri gli stranieri nella condizione forzata di “fuori legge”, infatti per ottenere un permesso di soggiorno serve un lavoro e per ottenere un lavoro serve il permesso di soggiorno! Tra l’altro questi “clandestini” fanno comodo a chi vuole sfruttare la loro forza lavoro al di fuori della regole. Sono funzionali al capitale e non solo alle mafie. In questo senso il razzismo serve a chi vuole peggiorare le condizioni dei lavoratori.

Vuoi aggiungere qualcosa?
In questi giorni ho sentito tante calunnie riguardo il Collettivo Oltre il Ponte e le battaglie portate avanti in questi anni. Ritengo che il dibattito debba restare sul piano politico e mai sul personale. Una cosa però mi sento di dire, chi si propone come “super partes” al di fuori di ideologie politiche mente più o meno volutamente. Il partito che rappresenta ha una precisa collocazione di schieramento e la dialettica che esprime attraverso il programma elettorale ha il fine di difendere gli interessi di una certa fascia della popolazione.
Il Collettivo in questi anni ha sempre cercato di dialogare con le diverse associazioni presenti sul territorio, a testimonianza di questo ci sono le numerose iniziative organizzate in collaborazione con altre realtà. Certo non sarebbe stato possibile collaborare con chi in questi anni ha latitato…

Si è fatto tardi, il pub sta per chiudere. Karlo ci saluta invitandoci a continuare le nostre lotte “fino alla fine”.

Collettivo Oltre il Ponte
www.lasciloria.noblogs.org
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