Pubblichiamo il comunicato uscito dall’assemblea tenuta al Csa Vittoria e indetta dal coordinamento a sostegno delle lotte nelle cooperative:
- Le rivolte popolari di Tunisia, Egitto e Libia stanno sconvolgendo un’intera area del pianeta nella quale si concentrano interessi fondamentali, economici e politici, tanto dei regimi autoritari locali, quanto degli stati imperialisti occidentali. Queste rivolte, che hanno come retroterra uno sfruttamento estremo da parte delle classi dominanti, delle risorse territoriali autoctone (petrolio in primis, ma non solo) e una conseguente crescente miseria per vasti strati proletari e popolari, puntano all’abbattimento di regimi oppressivi, corrotti e legati a doppio filo ai paesi imperialisti presenti in quell’area.
- La borghesie dei paesi dominanti (dagli USA all’Italia, passando per Francia, Inghilterra e Germania) blaterano di “rispetto dei diritti umani”, e cercano di trovare una strada per prendere le distanze da regimi che hanno foraggiato e difeso per oltre trent’anni: in realtà inseguono affannosamente una strada per imporre una stabilità politica locale in crisi ed al loro sistema di dominio. Da questo punto di vista, la foglia di fico (nonché cavallo di Troia) dell’intervento “umanitario” non riesce nemmeno a nascondere l’ipotesi dell’intervento militare di cui cominciano a fervere i preparativi, nonostante l’opposizione delle masse in rivolta libiche e delle popolazioni nordafricane in generale.
- Le sommosse nordafricane interagiscono profondamente con la crisi strutturale in cui versa la società capitalista e segnano una risposta proletaria a tale crisi in quanto tendono a scardinare i rapporti sociali, politici e culturali dominanti! Pur apparendo ancora incerte le prospettive perseguite dalle masse nordafricane in rivolta, la loro mobilitazione permanente tende a mettere in risalto il fallimento storico del sistema dominante e, soprattutto, apre una fase di scontro più accentuato tra le classi e, quindi, crea le condizioni certamente più favorevoli per la rivoluzione proletaria in quelle aree e nelle metropoli.
- Le rivolte, tuttora in corso, chiamano in causa anche i proletari delle metropoli imperialiste e, a maggior ragione, i compagni che si battono per il superamento per via rivoluzionaria (l’unica possibile) della società capitalista. Il sostegno incondizionato a queste rivolte, che chiamano all’unità di classe su scala internazionale, é quindi strettamente legato al nostro impegno di lotta per la rivendicazione degli interessi di classe.
Proponiamo di conseguenza un piano di confronto e di azione su alcune questioni centrali:
1) Una campagna politica di massa per incrementare le mobilitazioni a favore delle rivolte mediterranee e, contemporaneamente, capace di mobilitare il proletariato italiano in opposizione a qualsiasi forma di intervento imperialista sia esso di carattere “umanitario” o apertamente militare, nei territori pervasi dall’insorgenza popolare
2) Una politica di concreta solidarietà proletaria e internazionalista contro il tentativo di contenere quella che viene definita “emergenza profughi” e che in realtà non è altro che una linea di tendenza storica, che vede le masse di diseredati muoversi in tutto il mondo (vedi la situazione degli stessi rifugiati che cercano di fuggire dalla Libia. Paese in cui l’Unione Europea subappaltava il contenimento degli emigranti africani) e che tende a far saltare le barriere politico-repressive create dagli stati capitalisti ( per esempio il trattato Italia-Libia)
3) Lo sviluppo del conflitto contro il capitalismo nostrano, attraverso azioni di lotta, sui luoghi di lavoro e sul territorio, che difendano in maniera intransigente gli interessi dei proletari attaccati dalle classi dominanti, puntino apertamente a scalzare dal basso l’attuale governo, coordinando gli sforzi a livello locale, nazionale ed internazionale
L’assemblea cittadina del 6/03/2011 tenutasi al C.S.A. Vittoria promossa dal Coordinamento di sostegno alle lotte dei lavoratori delle cooperative