Pubblichiamo l’ditoriale del nuovo numero della Rivista Lanterna Rossa scritta e prodotta Dai Compagni/e – studenti e lavoratori di Genova – .
Uscito nuovo numero della rivista: Lanterna Rossa n°10
NEL GROVIGLIO DELLA CRISI: DIVERSE CLASSI, DIVERSI INTERESSI!
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Per leggere l’editoriale:
Editoriale
Ottimismo. Questa la linea politica ed ideologica che governo, giornali e borghesia tutta avevano imposto nelle ultime settimane. Settimane in cui, domato lo spread, tutto sembrava possibile.
Sembrava possibile essersi messi alle spalle una crisi che, come un temporale estivo, arriva inatteso, scarica la propria rabbia e magicamente sparisce, lasciando spazio al rinascente sole. Sembrava possibile trovare la quadra all’esuberanza di un presunto capitalismo finanziario impazzito, evitare i pericoli di default che aleggivano in
Europa, smussando lo scontro tra divergenti interessi nazionali, e rilanciando sul palcoscenico internazionale il ruolo dell’imperialismo europeo. Sembrava, infine, esservi anche la possibilità di riscoprire un dinamismo e protagonismo tutto italiano, impersonificato da Monti, in cui invece di prendere sempre mazzate, l’italica borghesia poteva pensare anche di darle.
L’ottimismo, però, ha le gambe corte, sopratutto se di fronte non si ha la scelleratezza di qualche vampiro dell’alta finanza, ma una crisi strutturale e generale del capitalismo. In questa situazione é fin troppo facile gelare le speranze primaverili di qualche settimana fa, come attesta il nostro articolo sull’economia internazionale, in cui siamo stati fin troppo facili profeti.
L’immensa mole di liquidità immessa nei circuiti finanziari dalle istituzioni europee, sta lì a dimostrare come al capitalismo in affanno non possano che essere innietate ulteriori massiccie dosi di euro – metadone per farlo resistere in piedi, allargando e approfonendo la propria dipendenza. I primi ad esserne spaventati e consapevoli sono gli stessi borghesi.
Gli editoriali della speranza e dell’ottimismo lasciano così spazio a ben più amare constatazioni : “le banche centrali stanno cercando di dare un senso artificiale di sicurezza; […] questo però aumenta il rischio che in futuro accada un disastro ancora più serio. Medicine potenti, é noto, possono avere anche effetti collaterali potenti”.
Così parla il Sole 24 Ore di domenica 12 Febbraio; organo della Confindustria e uno dei più convinti sponsor del governo Monti.
Dopotutto é lo stesso messaggio che, in maniera molto più materialistica, la situazione greca sta mandando.
Le eterne contrattazioni tra governo greco e troika, per la cessione dell’ennesima tranche d’aiuti, dietro ulteriori tagli e draconiane riforme, danno bene l’idea di come tappando un buco, non si faccia altro che aprirne un altro.
La pressione é troppo forte. Le decine di palazzi bruciati in tutta Atene, il Parlamento assediato, mentre nella notte si vara l’ennesimo piano di lacrime e sangue, diventa la rappresentazione sociale dello scontro in atto.
Uno scontro in cui sempre meno spazio posso trovare le soluzioni di compromesso, i continui tentativi di regolare un capitalismo irregolabile, le manovre per confondere i reali interessi in gioco, cioé quelli tra le classi.
Certo ancora molte tappe devono essere bruciate, e la prova di ciò risiede nel fatto di come ancora quasi la totalità delle realtà politiche e sindacali, nonché i singoli militanti, per opportunismo o meno, si attardino sulla battaglia speculativa, sulla crociata anti – bancaria, sulla ricerca di un’uscita ‘capitalistica’ alla crisi capitalistica, invece di lavorare su quel terreno di classe, che la stessa crisi delinea sempre di più. I molti nodi ancora da sciogliere, però, non possono che trovare soluzione in quell’attività pratica di organizzazione e collegamento che abbia come obiettivo, mattone dopo mattone, la costruzione di una pur minima opposizione da parte dell’attuale e della futura forza – lavoro salariata.
Un’opposizione che difficilmente potrà imporsi a suon di slogan e scioperi concordati, che difficilmente potrà imporsi attraverso canali e strutture legate a doppio filo a quello Stato e quella classe, veri responsabili della crisi.
La ricerca di un’autonomia – sindacale, politica, organizzativa – da parte dei lavoratori diventa il reale discrimine tra l’assistere inermi ai macro – fenomeni sopra tratteggiati o tentare d’incidere sugli stessi. E’ con tale consapevolezza e in tale prospettiva che come Lanterna Rossa vogliamo inserirci in tale percorso.
Collegando quelle che sono le grandi questioni della crisi capitalistica globale alle esigenze e necessità che ci si pongono davanti quotidianamente tanto sui posti di lavoro, quanto nelle nostre facoltà.
Significa legare l’analisi della crisi europea alla concreta difesa del salario nelle situazioni dove possiamo intervenire, significa opporci alla politica dei tagli organizzando momenti di riflessione e organizzazione contro il fraudolento aumento delle tasse universitarie, significa costruire collegamenti solidi e reali tra i lavoratori d’oggi e quelli di domani.
Le diffusioni della rivista davanti alle facoltà, l’organizzazione delle numerose assemblee, i volantinaggi davanti alle cooperative, i tentativi di coordinamento in sostegno alle lotte presenti sul territorio genovese sono le singole tappe di un percorso che va collettivizzato.
Anche perché non vincere questa battaglia sul terreno della pratica, sul terreno del duro lavoro di costruzione di un’opposizione di classe, significa condannarsi all’impotenza.
A quel punto le fredde e buie notti del capitalismo potranno essere rischiarate da qualche palazzo greco dato alle fiamme, ma al mattino seguente ritroveremo sempre le stesse macerie di un conflitto sociale che non riesce a decollare.