Dopo la piena riuscita del corteo di sabato pomeriggio, il presidio permanente aveva deciso un ulteriore immediato appuntamento di lotta, organizzando, per la domenica sera, uno sciopero nel reparto “drogheria”. Tramite un tam-tam dell’ultimissima ora, quasi un centinaio di compagni/e si sono uniti agli operai e a partire dalle 23, hanno dato vita all’ennesimo sciopero con picchetto.Il picchetto si è svolto, come al solito, davanti ad uno schieramento crescente di polizia e carabinieri. Nonostante serpeggiassero le solite paure di essere eventualmente licenziati, o lasciati a casa per diversi giorni nella logica del lavoro a chiamata tipica di ogni sistema di caporalato, nessuno degli operai dava segni di voler provocare, né tantomeno sfondare il picchetto. Si formavano piuttosto molteplici capannelli in cui si discuteva della piattaforma di lotta proposta dal SI.Cobas fra denunce di ritmi massacranti e di ammanchi sulle buste paga (un esempio fra tutti: un conteggio specifico di un operaio Safra ha dato come responso l’ammanco di 33.500€ negli ultimi 5 anni)
Fallito quindi il tentativo di riprodurre la situazione del 27 novembre davanti ai cancelli di “salumeria”, nonostante decine di telefonate dei vari caporali che cercavano di esortare gli operai a ripetere un attacco crumiro, un nutrito drappello di polizia e carabinieri si è fatto largo tra i partecipanti al presidio, è riuscito a circondare, un gruppo di circa 25 persone – di cui non più di 5 aveva manifestato interesse esplicito ad entrare – e disponendosi a cuneo si sono gettati a passo spedito contro il picchetto per portare dentro questi operai.
Responsabilmente si è deciso di non accettare lo scontro frontale con le forze dell’ordine (nonostante qualche gratuita manganellata sferrata da qualche carabiniere particolarmente nervoso) e alla fine la maggioranza dei lavoratori di Safra ed Alma rimaneva fuori dai cancelli e, complessivamente, solo il 40% degli operai (quasi tutti della Rad) sono entrati a lavorare
Pur considerando che l’intervento di polizia e carabinieri, ha impedito il blocco totale delle attività, l’assemblea notturna conclusiva ha valutato che l’iniziativa di stanotte (che comunque ha messo in seria difficoltà l’organizzazione del lavoro interna), collegata all’ottimo risultato politico di sabato, detta condizioni favorevoli per continuare con la lotta contrastando puntualmente l’arroganza e la prepotenza con cui gli apparati economici-politici e militari stanno cercando di piegare i lavoratori e di costringerli alla resa.
La miglior risposta quindi, ancora una volta, è quello di organizzare un fitto calendario di lotta e di presenza ai cancelli per le prossime 2 settimane:
– Venerdi 16 dicembre: manifestazione/presidio davanti ai cancelli dell’Esselunga di Pioltello per denunciare l’azione della questura a sostegno di Esselunga. Tutti le realtà solidali sono invitati alla presenza a partire dalle 21
– Sabato 17 /domenica 18 dicembre: volantinaggi davanti alle diverse Esselunga italiane
– Sabato 24 dicembre: Mobilitazione generale davanti al punto vendita Esselunga di Pioltello
Intorno a queste scadenze si svolgeranno altre iniziative quali l’organizzazione di un’assemblea nel quartiere “satellite” di Pioltello rivolta agli operai immigrati della zona, una presenza nelle varie assise del Comune di Pioltello per spingere ad uno schieramento più netto e consistente con la lotta e avanzare una serie di richieste concrete, la costruzione di iniziative unitarie con altre realtà lavorative del territorio metropolitano per creare un fronte comune a partire da lotte reali
alleghiamo 2 filmati purtroppo troppo molto confusi – ma ci stiamo attrezzando – sulla provocazione di domenica 10.12.2011 che comunque rendono bene l’atmosfera e il senso di cosa sia il diritto di sciopero e la legalità per i padroni.
Presidio permanente – Esselunga di Pioltello
Milano 12.12.2011