CONTRO LO SFRUTTAMENTO E IL CAPORALATO DELLE COOPERATIVE, SOSTENIAMO LA LOTTA ALLA TNT DI PIACENZA

Alla TNT di Piacenza i lavoratori delle coop. Stella e Vega sono entrati in sciopero permanente. Questa vertenza rappresenta un’ulteriore passaggio delle lotte che da oltre due anni stanno interessando il settore delle coop. della logistica.

Oggi più che mai, Crediamo sia necessario sostenere questa lotta anche se è fuori dal nostro territorio , perché  costruire solidarietà militante tra le lotte rimane lo strumento principale per rafforzare tutte le vertenze diffuse sul territorio e nei posti di lavoro

L’appuntamento per il presidio permanente che sostiene lo sciopero viene rilanciato a oltranza da Lunedì alle ore 17, mentre per Giovedì è previsto un corteo con concentramento davanti ai cancelli della TNT.

Noi come collettivo LA SCILORIA sosteniamo attivamente questa lotta e invitiamo tutte le realtà e singol* del territorio a fare altrettanto.

Nei prossimi giorni daremo aggiornamenti sulla lotta e sulle mobilitazioni.

Per ulteriori informazioni e per coordinarsi dal territorio a partecipare alle mobilitazioni contattateci alla mail: lasciloria@yahoo.it

Riportiamo sotto i comunicati e i report sulla vertenza:

CONTRO LA TNT
CONTRO IL CONSORZIO GESCO NORD
CONTRO LE COOP STELLA E VEGA
SOSTENIAMO LO SCIOPERO AD OLTRANZA
DEI LAVORATORI ALLA TNT DI PIACENZA

partecipate alle prossime iniziative:

Lunedì 18 luglio presidio a partire dalle ore 17 alla TNT

Giovedì 21 luglio manifestazione con concentramento alla TnT per le 17

(la TNT di Piacenza è in Strada dei Dossarelli (zona industriale), uscita dell’autostrada Piacenza Sud, seguire dritti per Piacenza Centro (girando attorno allo stabilimento IVECO) alla rotonda prendere la 3a uscita e imboccare Strada dei Dossarelli)

Operai: uniamoci nella lotta!

Questa notte oltre 100 operai del consorzio Gesco Nord hanno cominciato uno sciopero a oltranza alla TNT di Piacenza.

Con questa lotta vogliamo ottenere l’applicazione del contratto nazionale di categoria, vogliamo condizioni di lavoro dignitose, vogliamo mettere fine al lavoro nero e al lavoro a chiamata, vogliamo il riconoscimento dei nostri diritti sindacali, vogliamo che vengano allontanati i capi che ci ricattano e ci maltrattano

Dopo gli scioperi dell’8 e del 14 luglio la Gesco ha promesso di fare una trattativa con noi per risolvere la questione.
Ma in realtà non hanno nessuna intenzione di trattare e continuano con il lavoro a chiamata, lasciando fuori quelli che non vogliono piegare la testa.

La nostra lotta non si fermerà di fronte all’arroganza della Gesco, e così abbiamo deciso questa notte di bloccare tutte le merci e cominciare uno sciopero ad oltranza, con un presidio permanente davanti ai cancelli della TnT, in Strada dei Dossarelli

Questa lotta riguarda tutti i lavoratori delle cooperative, e anche tutti gli altri lavoratori, immigrati e italiani
Se vinceremo, se riusciremo a imporre il rispetto dei nostri diritti allora sarà più facile anche per tutti gli altri organizzarsi e ottenere quello che gli spetta.
Ma per vincere c’è bisogno del sostegno e della partecipazione di tutti.
Venite a trovarci!

Lunedì 18 luglio presidio a partire dalle ore 17

Operai in sciopero della Gesco-TnT
S.I. Cobas

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COMUNICATO SI Cobas: TnT Piacenza: La lotta prosegue

Dopo l’interruzione di lunedì della trattativa con il consorzio Gesco Nord cui è appaltata la gestione della logistica TnT nel sito di Piacenza (e non solo) gli operai protagonisti del picchetto dell’8 luglio rilanciano con forza la lotta e danno vita ad una nuova nottata di sciopero con blocco totale dei cancelli, inziato alle 20,30 del 14 luglio 2011 durante il turno di lavoro:
ad un segnale preciso dei delegati, tutti gli operai sindacalizzati (circa 130) bloccano improvvisamente l’attività, escono dallo stabilimento gridando slogan e vanno immediatamente a bloccare ingressi ed uscite del magazzino, sostenuti da un centinaio fra militanti  e operai di altre cooperative.

Evidente l’imbarazzo dell’azienda e delle forze dell’ordine colte nuovamente di sorpresa dopo che, inutilmente, nei giorni scorsi, avevano cercato di prevenire un nuovo blocco attraverso una loro presenzaaicancellineglioraridiinizioattività
Se la modalità di lotta individuata rappresenta una prima importante novità rispetto al picchetto precedente, ad essa ne segue una seconda che riguarda la scelta dell’estabilishement di mettere in campo la forza del ministero dei trasporti, nella figura del sottosegretario Giachino, che tramite la questura piacentina, alle 22,30, fa sapere di essere disposto ad incontrare il SI.Cobas e i delegati dei lavoratori in un tavolo congiunto (lunedì alle ore 15)  insieme a Provincia, Prefettura, vertici del Consorzio delle Cooperative Gesco Nord, per risolvere la questione.
Senza dubbio l’interesse di Giachino è in una qualche maniera dovuto al presente e al futuro del Consorzio, che evidentemente gli sta particolarmente a cuore, così come la TnT ha tutto l’interesse a mantenere il rapporto con un sottosegretario al  Ministero del Lavoro e a cercare di prendere tempo per trovare le giuste contromisure di cui è ancora alla ricerca; ciò non toglie che la lotta tende di fatto ad entrare nelle sfere delle relazioni nazionali per quanto riguarda il controllo e contrattazione della forza lavoro della logistica nazionale e che, grazie ad essa, i lavoratori ora possono contare e giocarsi i propri destini immediati (e non solo).
In ogni caso, dopo numerosi capannelli e “assemblee generali” nella continuazione dello sciopero si decide di accettare di partecipare all’incontro previsto per lunedì pomeriggio, ma, non per questo (come chiedeva invece la Questura piacentina) di smobilitare il picchetto .
Si prosegue così fino all’una di notte, mentre la fila di camion è ormai talmente lunga da aver definitivamente compromesso lo svolgimento delle operazioni di scarico e carico su cui si articola un normale turno di lavoro (per rendere l’idea: i camion che avrebbero dovuto uscire per mezzanotte, dopo essere stati scaricati e ricaricati, alle due erano ancora in coda per entrare nel magazzino e con una forza-lavoro interna più che dimezzata consistente cioè in circa 120 operai sui 260 previsti, di cui 80 riservisti, cioè senza contratto, con un premesso di soggiorno traballante, e che rispondono ogni sera ad una possibile chiamata specifica.
Giunge così il tempo di tornarsene a casa, consapevoli che presto arriverà un nuovo momento di scontro; la festa improvvisata nel parcheggio antistante, gli scambi di abbracci oltre ogni barriera di colore e nazionalità ormai saltate, sono la sintesi soggettiva di ciò che sta accadendo da quelle parti perchè davvero i venti di rivolta del nord-africa sono giunti fino a qui e con essi il senso di liberazione di cui sono portatori, vissuto e trasmesso a tutti i presenti accorsi da varie città e situazioni a dar manforte a coloro che stanno cominciando a far saltare la catena del comando e stanno trasferendo la paura nel campo avverso.
Detto in altri termini: abbiamo messo i piedi nel piatto di alcuni tra i reali mandanti della legislazione razzista Prodi-Turco-Napolitano-Bossi-Fini.
Ed è proprio da tale consapevolezza che nascono le proposte per utleriori mobilitazioni ( perché l’incontro di lunedì  pensiamo serva alla nostra controparte e  alle varie rappresentazioni istituzionali a fiaccare e stroncare la lotta e a colpire questi proletari immigrati ) che, oltre allo sciopero, secondo modalità che verranno definite dagli operai stessi e comunicate tempestivamente a tutti i sotenitori), sfocerà con tutta probabilità in una manifestazione cittadina prevista per giovedì 21 luglio a partire dal tardo pomeriggio e su cui lunedì sapremo essere più precisi.
Finito di scrivere alle ore 16.00 di venerdì 15 luglio

Ore 18,30 venerdì 15 luglio, apprendiamo dai lavoratori che si sono recati al magazzino che il caporalato delle cooperative del Consorzio Gesco Nord bloccano davanti ai tornelli d’entrata tutti i lavoratori che hanno scioperato la sera del 14 luglio. Questo atto illegale di ulteriore repressione nei confronti dei lavoratori che hanno scioperato avviene sotto gli occhi di alcuni poliziotti li presenti. Sappiamo che sul posto si sono recati alcune componenti di Rifondazione Comunista mentre stanno per arrivare da Milano dei rappresentanti esterni al magazzino del S.I.Cobas.

Ore 18,40 ci viene comunicato, da un assessore provinciale di Piacenza, che il sottosegretario ha posticipato la riunione di  lunedì a venerdì 22.
Ipotizziamo che la riunione possa solo servire a legittimare l’accordo con CGILCISL e UIL, cioè con coloro che hanno una minima o nulla rappresentanza reale nel magazzino e che hanno permesso fino ad oggi questa infame porcheria a danno dei lavoratori, cercando di escludere S.I.Cobas e RSA da loro nominate e che hanno diretto la lotta. Non è escluso che i soggetti coinvolti vogliano anche concordare un piano di “ordine” aziendale che colpisca una parte dei lavoratori mancanti di documentazione, che fino ad oggi venivano super sfruttati e trattati a livello schiavistico (ricordiamo che la maggioranza dei lavoratori a tempo indeterminato si presentano davanti ai tornelli alle 18,30 e vengono chiamati, una parte di essi, fino alle ore 22, fanno 4 ore di lavoro, poi in orario estivo stanno fermi anche tre ore e poi riprendono a lavorare e possono finire anche alle ore 12 o 13 del giorno dopo, con una busta paga di 57 euro mensili e bonifico in banca di 1100 euro. Tutto ciò avviene in barba all’Ispettorato del Lavoro, alla Finanza ecc).
NON PASSERANNO: i lavoratori e i militanti solidali alla lotta non permetteranno che si perpetui tali barbarie! In questa lotta, come in altre , si è realizzata un’unità di vari soggetti: lavoratori extracomunitari, lavoratori italiani, forze di movimento, sintonizzati sulla stessa frequenza, quella della lotta di classe.
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Altre notizie, foto e links su www.sicobas.org

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Ultime dai media:

Stranieri licenziati per aver protestato (video)
“Alla Tnt di Piacenza calpestati i diritti”

I lavoratori in lacrime pregano davanti a uno dei poli della logistica più grandi del nord Italia. Ma le cooperative che gestiscono il personale non fanno un passo indietro: chi ha creato problemi resta a casa
Dopo le tensioni della scorsa settimana davanti al centro smistamento della Tnt al polo logistico di Piacenza, l’area di Le Mose è ancora terreno di battaglia tra il colosso della logistica e i suoi lavoratori. Quelli che hanno scioperato e protestato rischiano di essere licenziati già nelle prossime ore. All’annuncio manca solo l’ufficialità. Sono 150 facchini, quasi tutti stranieri, che non solo potrebbero restare a casa, senza stipendio e con famiglia a carico, ma è in pericolo anche il permesso di soggiorno in Italia. E tutto solo per aver chiesto condizioni di lavoro dignitose. Non altro. Hanno chiesto che le coop che gestiscono il personale la smettessero di reclutare i lavoratori sera per sera, di pagare in parte al nero, di creare una sorta di caporalato mascherato da una lettera di assunzione senza valore contrattuale.

L’accordo sembrava raggiunto. Ieri sera, dopo una settimana di picchetti, i lavoratori che fanno capo alle cooperative Stella e Vega avevano raggiunto un accordo di massima con la Questura di Piacenza per bloccare temporaneamente le proteste e aspettare il tavolo di concertazione tra Provincia, Comune, Tnt, Prefettura e il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino, calendarizzato già per venerdì prossimo alle 9.30 a palazzo del Governo.

“Tu entri, tu no percé protesti”. Ma ieri sera, all’inizio del turno, l’amara sorpresa: al gabbiotto di sicurezza all’entrata dell’enorme complesso della Tnt, gli uomini della sicurezza sono stati dotati di una lunga lista da spuntare con nomi e cognomi di chi poteva entrare e chi no, di chi era ammesso a lavorare e di chi – nonostante contratti a tempo indeterminato – sta a spasso. Sulla lista, tutti e cento i facchini del turno di notte che in questi giorni hanno denunciato le precarie condizioni di lavoro facendo luce su un fenomeno di capolarato mascherato inquietante.

A fianco degli uomini della sicurezza interna della Tnt, anche due camionette di polizia e carabinieri in assetto antisommossa che hanno formato un cordone di sicurezza all’entrata del centro di smistamento.

Lo sconforto dei facchini. Tensione, certo. Ma anche sconforto di chi, con cinque figli a carico e 15 anni di lavoro alla Tnt alle spalle, questa sera torna a casa senza stipendio. Sì, perché la strategia delle cooperative che hanno a contratto questi lavoratori è semplice: contratto a tempo indeterminato ma, all’inizio del turno, viene ‘selezionato‘ chi entra e lavora e chi no. E se qualcuno protesta, viene minacciato di essere licenziato. E con un permesso di soggiorno temporaneo le opzioni non sono tante.

Ad avvalorare questa situazione al limite del paradossale, anche le buste paga dei facchini che mostrano in modo inequivocabile un fenomeno che, apparentemente, non coinvolge solo i lavoratori della Tnt: per il mese di febbraio, lo stipendio di alcuni facchini assunti raggiunge i 67 euro e rotti, “perché il resto – puntualizzano i turnisti con cedolino alla mano – ce lo danno in nero”.

“Questo è atteggiamento antisindacale – grida l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Piacenza, Ignazio Brambati in quota Prc e da ieri pomeriggio a fare le barricate ai cancelli della Tnt, perche’ questa e’ una serrata”.

Lo stesso Brambati era infatti al tavolo interistituzionale in Provincia dove si discuteva, appunto, del ruolo delle cooperative all’interno del polo logistico: “Torno dal tavolo e scopro questo – denuncia l’esponente dell’esecutivo di palazzo Mercanti – ed è una vergogna perché si era raggiunto l’accordo con la Questura per smobilitare temporaneamente la protesta e invece questa è la risposta”.

Tensione tra i sindacalisti. Dopo alcuni attimi di tensione – non solo tra lavoratori e forze dell’ordine, ma anche tra Cobas e Cisl con un duro scambio di accuse sulla mancata tutela dei lavoratori – sia Brambati che l’assessore provinciale al Lavoro, Andrea Paparo, sono stati fatti entrare all’interno del capannone della Tnt per un colloquio con la dirigenza.

“Spero che entrambe le parti usino buon senso – auspica Paparo prima di entrare al polo- perché non credo che sia nell’interesse di nessuno esasperare gli animi”.

I lavoratori della Tnt rimarrano seduti sotto i cancelli del polo fino al raggiungimento di un accordo di massima ma, assicurano, “ci faremo sentire”. E già i primi video e foto che testimoniano le assurde condizioni a cui sono sottoposti sul posto di lavoro sono ben visibili su Facebook al gruppo “Tnt di Piacenza“.

Quasi certo il licenziamento. Inginocchiati a pregare, piangere e gridare contro la Tnt, ormai si profila il licenziamento per 150 lavoratori. Sono le 22.30 quando, dal polo della Tnt di Piacenza, escono l’assessore comunale  Brambati e quello provinciale, Paparo, dopo un colloquio durato più di un’ora con la dirigenza delle cooperative Stella e Vega.

Gli assessori in lacrime. Ma all’uscita dell’incontro, e dalle lacrime che scendevano sul volto degli assessori, il responso era chiaro anche se è stato indorato: “Loro dicono che per voi, qui, il lavoro non c’è – parla Brambati tradotto in egiziano davanti ai 150 facchini che da questo pomeriggio protestano di fronte ai cancelli della Tnt – perché dicono che hanno ridotto il numero dei camion per via delle proteste di questi giorni che hanno messo in difficoltà l’azienda”.

La versione delle cooperative e’ pero’ presto smentita dagli stessi manifestanti che oggi, presentatisi per il turno notturno, sono stati respinti a favore di nuove leve non ancora assunte ma da qualche giorno “in prova”.

I turnisti, alla notizia, sono quindi corsi ai cancelli principali della TnT davanti al cordone di Polizia in antisommossa, inginocchiandosi a pregare e con i cedolini dei pagamenti (pochi euro, “il resto in nero”) a pregare.

Ma i sindacalisti? “Saranno in centro a fare shopping” fa ironico Fabio Zerbini, del sindacato interconfederale Cobas, l’unica presenza sindacale della protesta. Si perché né Cgil, Cisl o Uil hanno mai partecipato agli scioperi dei facchini. Addirittura chi è andato alla Cgil, come Mohammed regolarmente iscritto alla Camera del lavoro, è stato respinto: “Mi hanno detto che non si poteva fare niente – dice sconsolato mostrando la tessera Cgil di Sorosina, in provincia di Cremona – anche se sono assunto regolarmente ma percepisco lo stipendio in nero”.

“I sindacati dicono che va tutto bene, come il segretario della Uil di Piacenza, Massimiliano Borotti – sostiene Zerbini dei Cobas – ma qui i soldi li fanno sulla pelle della gente e l’illegalità si scarica sugli immigrati”.

La protesta, quindi, continuerà  e i facchini sembrano determinati nel picchettare i cancelli del polo anche per tutta la notte perché, è evidente, anche il tavolo della prossima settimana convocato in Prefettura con il sottosegretario ai Trasporti Giachino, non servirà a nulla. Tanto che anche l’assessore Brambati si è seduto tra i lavoratori per contestare la Tnt.

Il fatto quotidiano 16-7-2011

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/16/facchini-stranieri-licenziati…

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ECONOMIA E LAVORO
Alta tensione alla Tnt, è scontro tra le ditte in subappalto e i lavoratori FOTO E VIDEO

Serata ad alta tensione venerdì davanti ai cancelli dello stabilmento piacentino della Tnt di strada dei Dossarelli. La protesta è scattata di nuovo all’orario di inizio turno serale, quando una parte di lavoratori è rimasta esclusa dalla chiamata.

La situazione è stata tenuta sotto controllo da un ingente spiegamento di forze dell’ordine e sul posto sono giunti gli assessori Ignazio Brambati e Andrea Paparo, per cercare di riallacciare il dialogo tra il consorzio di cooperative subappaltattrici Gesco Nord e un centinaio circa di lavoratori sostenuti dal sindacato autonomo Cobas, che da diversi giorni chiedono un miglioramento delle condizioni di lavoro e il rispetto di elemetari diritti.

Paparo, al termine dell’incontro serale, ha spiegato come da parte delle aziende non vi sia la volontà di riconoscere la trattativa con il Cobas, nè di riprendere i lavoratori ribelli, ai quali sarebbe stato proposto un impiego diverso, in altri cantieri non piacentini.

Tuttavia dai lavoratori è giunto il diniego di fronte a questa ipotesi, e dopo le 22 e 30 la temperatura della protesta ha cominciato di nuovo a salire, con il blocco dell’attività davanti ai cancelli, senza tuttavia mai sfociare in scontro aperto. Resta lo stato di agitazione dei lavoratori ed alto il livello di tensione, è probabile che nelle prossime ore vi siano nuove manifestazioni di protesta.

—Si terrà venerdì prossimo in Provincia alla presenza del Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Bartolomeo Giachino un incontro tra le Istituzioni, i sindacati, le  cooperative  e i vertici di Tnt. Lo ha annunciato al termine del Tavolo Interistituzionale sulla regolarità del lavoro che si è tenuto questo pomeriggio in via Garibaldi, l’assessore Andrea Paparo.

All’incontro di questo pomeriggio hanno partecipato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil,  Confindustria,  Unione Commercianti,  Confcooperative, CNA, Consigliere di Parità e i rappresentanti di  Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil Trasporti,  oltre a Inps, Dpl, ASL, Camera di Commercio e Prefettura.

“E stato un momento importante  di confronto – ha detto l’assessore Paparo al termine dell’incontro – nel quale si sono affrontate diverse questioni e si è ipotizzato un calendario di azioni di sistema volte alla sensibilizzazione, prevenzione e controllo sulla regolarità e sicurezza del lavoro e sulle regole di concorrenza trasparenti  e corrette tra le imprese.
Si è convenuto tra   le parti  che si inizierà  a lavorare ad una bozza di documento comune con degli obiettivi e dei tempi determinati  e verificabili.”

In riferimento alla vicenda  Tnt l’Assessore Paparo ha commentato: “Sono  molto preoccupato per il clima di fortissima tensione che accompagna questa vicenda.
Spero che all’incontro di venerdì prossimo tutte le parti facciano la maggior chiarezza possibile ed ognuno si assuma le proprie responsabilità  a tutela dei lavoratori e a difesa delle imprese virtuose.”

Piacenza Sera 16-7-2011

http://www.piacenzasera.it/economia-e-lavoro/mobilitazione-tnt-venerd%C3…

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