La lotta nelle cooperative di Milano e provincia, si allarga giorno dopo giorno, all’interno di questa esperienza di coordinamento reale tra lavoratori/ici e realtà organizzate si stanno sviluppando lotte vincenti che mettono in discussione il giochino che in tutti questi anni padroni e sindacati confederali si erano costruiti per fare profitti sulle spalle dei lavoratori.
Questo fa paura alle controparti che utilizzano ogni mezzo per denigrare le lotte e impaurire i lavoratori.
Si inseriscono in questo contesto le dichiarazioni fatte dal funzionario della CGIL Guido Scarpino in merito e degli episodi avvenuti all’interno del sito logistico di Brembio in provincia di Lodi, dove ricordiamo che nel Dicembre 2009 solo una dura lotta da parte dei lavoratori ha imposto all’azienda il ritiro dei licenziamenti. Lotta dove non sono mancate cariche da parte della polizia e nel quale ci sono stati due arresti.
Pubblichiamo sotto il comunicato del S.I: Cobas:
QUANDO DIFENDERE I PROPRI DIRITTI È EVERSIVO. IN RISPOSTA ALLA CGIL DI LODI.
Difendere i propri diritti è eversivo. Questo a nostro avviso è quanto esce dalla bocca del funzionario della CGIL Guido Scarpino. Questo signore, prende al balzo la questione sui sabotaggi avvenuti alla Fiege Borruso a Brembio, per attribuire alla conflittualità operaia sviluppatasi in questo sito la responsabilità di questi avvenimenti.
Vogliamo ricordare a questo signore che lo stato di perenne scontro voluto dal sindacato intercategoriale cobas all’interno del sito di cui parla, non è altro che la situazione quotidiana con cui i lavoratori delle cooperative presenti devono confrontarsi quotidianamente per vedersi riconosciute le condizioni contrattuali di cui lui come rappresentante della CGIL insieme agli altri sindacati confederali sono firmatari, ma che non fa nemmeno applicare.
Probabilmente, per lui anche questo straccio di contratto, vedi firma di gennaio, che non consente di recuperare nemmeno la percentuale dell’inflazione e che peggiora le condizioni anche normative nella logistica e, quindi, dei diritti dei lavoratori , non è abbastanza flessibile e la lotta “non può che sfociare in un irreversibile danno alla produzione in una società di servizio”.
Probabilmente, in tempo di crisi, per questo signore, è giusto che la committente, in questo caso la Fiege Borruso, permette alle cooperative appaltanti di spremere ulteriormente i lavoratori, poco importa se questo vuol dire abbassare i limiti di sicurezza sul lavoro, evadere il fisco pagando in nero le ore straordinarie, licenziando, magari, i lavoratori quando c’è un calo del mercato, far fare la cassa integrazione e contemporaneamente utilizzare gli stessi lavoratori con un salario in nero non pagando nemmeno tutte le ore lavorate. In caso contrario si domanda questo sindacalista , come si potrà essere concorrenziali sul mercato. Diciamo questo perchè è di questo di cui si parla, quando egli, al pari dei padroni, accetta la tesi che all’interno del sito c’è un perenne scontro voluto dai cobas. Per raffreddare il conflitto, prima che le ditte committenti scappino verso altri siti più concorrenziali, lo Scarpino di turno si appella alla Prefettura perché dal conflitto “stante le attuali condizioni, non scaturiscano gravi problematiche di ordine pubblico” “visto il protrarsi di un grave stato di tensione (che probabilmente c’è nella sua testa) fra i lavoratori ed alla luce degli ultimi accadimenti, per noi allarmanti, afferenti pesanti azioni di sabotaggio denunciate dalla stessa azienda con la lettera datata 16 febbraio 2011, le cui conseguenze non sono prevedibili, anche a tutela dell’incolumità dei nostri rappresentati, consideriamo indispensabile l’autorevole ausilio della Prefettura.
Forse questo signore non si ricorda quanto è avvenuto poco più di un anno fa, dove le cooperative ricattavano i lavoratori arrivando a licenziarli se non accettavano il passaggio a una altro tipo di contratto che portava a un abbassamento delle retribuzioni, e si è scordato che anche allora con i suoi compagni di merende (CISL e UIL) aveva cercato di eliminare la metà dei lavoratori del sito e aveva preso del buffone da parte degli operai . Forse questo signore, non si ricorda che è grazie alla vittoriosa lotta degli operai della Fiege Borruso, i quali erano stati anche aggrediti dalla polizia perchè difendevano il posto di lavoro, che lui ora può venire a parlare e tentare, come sempre, di svendere gli interessi dei lavoratori.
Se non si fosse innescato quella che lui chiama “situazione di perenne conflitto” probabilmente all’interno della Fiege Borruso non esisterebbe nessuna rappresentanza sindacale degna di questo nome. Forse, questo signore al posto di appellarsi alla Prefettura perchè intervenga per convocare le parti e raffreddare il conflitto, farebbe meglio a mettersi dalla parte dei lavoratori (sappiamo che questa esortazione sarà difficile per Scarpino raccoglierla) che rifiutano ogni atto di sabotaggio e che si difendono contro questa campagna tendenziosa che mira a far passare la bassa attività aziendale (che tra l’altro è stagionale, come gli altri anni) come il risultato di un clima di alta conflittualità voluto dai lavoratori, che per Scarpino sono chiaramente dei terroristi quando difendono le loro condizioni di lavoro.
Noi, da parte nostra, stiamo con i lavoratori nel denunciare il grave atto d’accusa dell’azienda Fiege Borruso, perché getta discredito indistintamente verso tutti i lavoratori e perché tenta di far credere che quest’ultimi sono dei terroristi fannulloni dediti a creare solo casino ingiustificato in azienda.
Sindacato Intercategoriale Cobas
Milano, 21 febbraio 2011