In un post precedente abbiamo parlato delle misure di austerità adottate dall’ Irlanda dopo il crack, ma anche in Italia dall’inizio della crisi c’è stata un accelerazione nell’ approvare riforme e leggi che attaccano salari e diritti.
Mentre continua lo scontro di potere tra Berlusconi ormai diventato un politico impresentabile per il potere e Fini,con il tentativo di quest’ultimo di diventare rappresentante politico di questa parte di borghesia padronale ,il parlamento approva in maniera compatta decreti legge e riforme contro lavoratori/ici.
Il collegato lavoro che segna in maniera definitiva il futuro di precari e neoassunti indebolendo ulteriormente lo strumento della difesa legale e aumentando cosi la ricattabilità è solo l’ultimo provvedimento varato da questo governo.
Ricordiamo la riforma pensionistica che innalza l’età pensionabile e introduce il calcolo contributivo che accompagnato dall’infame legge , che modifica i coefficienti di calcolo abbasserà ancora di più le future pensioni ,i dati dicono che quando la riforma arriverà a regime, le pensioni saranno dimezzate.
La riforma della scuola che ha tagliato e taglierà ingenti risorse alla scuola pubblica in favore di quella privata. Con il taglio dei finanziamenti e il licenziamento di migliaia di insegnanti e personale scolastico, ha messo una pietra enorme sul futuro della scuola pubblica e il diritto allo studio.
La finanziaria che prevede tagli in tutti quei settori pubblici che erogano servizi come sanità,trasporti e scuola, andando a ridurre in maniera notevole quel poco di salario indiretto che i lavoratori e i cittadini percepivano attraverso l’offerta pubblica di questi servizi.
Senza dimenticare lo scontro sull’abolizione del contratto nazionale che Marchionne,appoggiato dal governo sta portando avanti contro i lavoratori fiat,ma che inevitabilmente riguarderà i lavoratori di tutti i settori, l’esperienza diretta ci dice che è ormai ricorrente da parte del padrone mettere i lavoratori davanti al ricatto tra salari bassi ed eliminazione dei diritti o il licenziamento.
Questi sono solo alcuni degli ultimi provvedimenti che il governo ha varato negli ultimi anni per scaricare il costo della crisi sui lavoratori, ma se andiamo indietro nel tempo vediamo come l’attacco a salari e diritti da parte dei governi di ogni colore, sia iniziato in maniera più graduale ma allo stesso modo incisivo,da circa 15- 20 anni.
Tutto questo si ripercuote in maniera pesante sulle classi sociali più deboli e a dimostrarcelo è la realtà fatta di precarietà ,licenziamenti, disoccupazione e taglio di diritti che ogni giorno viviamo sulla nostra pelle.
– Disoccupazione all’ 8,7% 2 milioni e 167.000 disoccupati, con un tasso giovanile che sale al 28%.
– Salari che in dieci anni anno perso 5.453 euro a favore dei profitti delle aziende: le maggiori aziende industriali italiane dal 1995 al 2008 hanno avuto un incremento dei profitti del 75,4%.
– Cassa integrazione in aumento continuo: quest’anno rispetto allo scorso anno nei primi 11 mesi dell’anno c’è stato un incremento del 37,6% 1 miliardo 117 milioni di ore.
-I dati sulla ricchezza in Italia evidenziano come sia profonda la divisione e lo scontro tra le classi: il 10% delle famiglie detiene il 45% della ricchezza complessiva, mentre il il 10% della ricchezza è suddivisa tra la metà delle famiglie più povere.
Questo è il quadro che lavoratori,pensionati,precari,disoccupati e studenti hanno di fronte in questo periodo di forte crisi del capitalismo, una situazione in cui i padroni,sostenuti da governo e opposizioni, si scontrano quando c’è da conquistare posizioni di potere, ma votano uniti e compatti quando ci sono da varare misure di austerità.
Con uno scontro di classe al momento combattuto con risultati positivi solo da una parte, quella dei padroni,siamo sotto attacco permanente in ogni aspetto della nostra vita: ci tolgono diritti,ci reprimono e ci tengono sotto controllo in ogni istante tentando di tenerci divisi con ogni mezzo, smarriti di ogni riferimento politico e culturale la maggior parte di lavoratori,precari, disoccupati non riesce ad intravedere per il momento un futuro in cui la presa di coscienza ci permetta come classe di ricompattarci ed opporci in maniera autonoma e slegata da tutti i partiti politici che portano avanti i continui attacchi contro le nostre condizioni,per farci pagare una crisi che durerà ancora molti anni.
Prendendo esempio dagli studenti e dai lavoratori Greci e Francesi, pensiamo che le condizioni per un ripresa delle lotte siano mature e necessarie anche per darci l’ organizzazione politica.
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