In ogni corteo o presidio al quale partecipiamo siamo soliti dire e talvolta urlare che la solidarietà è un’arma in mano ai lavoratori per fare valere la propria forza di fronte agli attacchi padronali. Non si tratta certo di uno slogan retorico o privo di validità reale, tutt’altro, la solidarietà rappresenta oggi un metodo che può compattare la classe sul terreno di lotta alla borghesia. In questo senso abbiamo importanti esempi di settori di classe che si trovano nella pratica a costruire iniziative comuni superando i limiti della lotta nelle mura aziendali e spostando l’obiettivo alla tutela delle condizioni di vita.
L’esempio più significativo sarà la giornata di lotta del 27 settembre che vedrà i facchini della logistica bloccare i cancelli di Pomigliano insieme ai cassintegrati per ribadire con forza il rifiuto dei sabati lavorativi a fronte dell’espulsione dal processo produttivo di numerosi lavoratori del sito, come previsto dal piano Marchionne. Da questi esempi “virtuosi” possiamo giá intravedere le prospettive che ci portano verso una reale opposizione di classe alle politiche filo padronali del governo delle larghe intese.
Al tempo stesso però, in una situazione resa drammatica (per le classi subalterne) dalla crisi del sistema capitalistico e dalle manovre dei governi che si sono succeduti, notiamo come ad esempi di lotta reale e di solidarietà si contrappongano numerose situazioni in cui i lavoratori subiscono la propria mancanza di coscienza di classe e le strategie filo padronali dei sindacati confederali, tra cui la stessa FIOM.
E’ questo il caso della vertenza all’Hydronic Lift di Pero, dove 19 operai licenziati durante le ferie hanno trovato l’azienda svuotata dei macchinari trasportati in un’altra azienda in provincia di Varese , tutto ciò senza neanche la scusa della crisi, dato che l’azienda risulta essere in utile. Qui appare evidente, a chi vuole vedere, il vero ruolo della CGIL FIOM che invece di spingere gli operai di entrambe le aziende a pratiche comuni di lotta per il reintegro dei lavoratori licenziati (lo sciopero dei lavoratori varesini, anch’essi iscritti FIOM sembrerebbe scontato) spinge questi operai ad uno sterile presidio permanente di fronte a una fabbrica vuota . Tutto questo sembra alquanto paradossale ma è il classico esempio di come la mancanza di solidarietà di classe e la chiusura delle lotte dentro le mura aziendali favoriscano il fronte opposto di battaglia, quello dei padroni e dei loro governi amici.
La degna conclusione di questa strategia sarà la prossima firma di un accordo al ribasso al quale saranno costretti i lavoratori privati di una vera forza in fase di trattativa. Le occupazioni dovrebbero servire proprio a dare vigore al fronte di lotta, non ad indebolirlo!
Per questo oggi è necessario, qui come tra tutti i lavoratori, superare la condizione di individualismo e disinteresse per le condizioni generali di classe.
La convinzione che la crisi sarà presto superata e l’idea di intoccabilità di chi ancora lavora devono essere cancellate dalla pratica diretta nella lotta unitaria. Soprattutto oggi la funzione interna al sistema borghese degli apparati dei sindacati confederali è una condizione che sempre più proletari si trovano e si troveranno ad affrontare, pagandone le conseguenze. Senza la costruzione di strumenti economici e politici per la tutela degli interessi di classe con l’obiettivo di porre fine a questo sistema di sfruttamento gli strani casi dell’ Hydronic Lift saranno sempre più diffusi e ” normali”.
Per studiare un percorso unitario sul terreno della lotta invitiamo i lavoratori, i disoccupati, gli studenti e tutti i settori di classe a partecipare al l’assemblea lanciata dai lavoratori del deposito Bennet di Origgio, della coop. Ala di Bollate, della Bartolini di Sedriano e di altre aziende del territorio alla Corte Popolare di Rho, via Umbria 8, sabato 28 settembre alle 16.
SOLIDARIETA’ AGLI OPERAI DELL’ HYDRONIC LIFT!
COSTRUIAMO UN FRONTE UNITARIO CONTRO PADRONI E GOVERNO!
Collettivo la Sciloria – Rho –