SCUOLE IN LOTTA, IL FUTURO COMINCIA ADESSO!

Nonostante la scontata approvazione alla Camera del DDL Gelmini, le mobilitazioni del mondo della scuola, in particolare del movimento studentesco offrono spunti positivi per quanto riguarda i metodi di lotta da intraprendere per rispondere ad una politica che sta svendendo i diritti e il patrimonio pubblico al capitale privato, facendoci pagare i costi della crisi del sistema economico.

La creatività, il tempismo e la capacità di alzare il livello del conflitto affrontando di petto la repressione poliziesca sono meriti che vanno riconosciuti al movimento. A questa riforma, pietra tombale della scuola pubblica, si può rispondere solo così. Con buona pace di chi cerca di cavalcare e ridimensionare le proteste di piazza.

Per questo è normale diffidare di chi (Bersani) prima sale sul tetto della Facoltà di Architettura di Roma a “passeggiare” fra i ricercatori e poi propone alla Gelmini incontri per migliorare la riforma. Forse il segretario del PD dimentica come sia stato proprio il centro sinistra a dare il via alle riforme di stampo liberale (riforma Berlinguer) che, col finto obbiettivo di snellire ed offrire una preparazione più professionalizzante, hanno progressivamente smantellato l’istruzione pubblica dandola in pasto alle aziende e tagliandole fondi necessari come l’ossigeno per spostarli verso l’istruzione privata.

I finiani dal canto loro, hanno dato seguito al braccio di ferro col governo con emendamenti fasulli per poi votare il decreto troppo caro a Confindustria (di cui si propongono come ramo politico) per essere affossato.

E’ quindi solo nell’ambito di una lotta di classe, adesso più che mai attuale, che le lotte del mondo della scuola si devono inserire. Fondamentale sarà essere capaci di generalizzare un conflitto che deve unire quella classe sociale su cui sta pesando il peso della crisi economica.

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