Dopo la Grecia crolla sotto i colpi della crisi il modello liberista rappresentato dall’Irlanda, portandosi dietro ulteriori crepe all’interno dell’UE e vanificando le speranze dei vari governi di aver superato la crisi.
Bancarotta per l’ennesima nazione europea e stessi scenari che si ripetono dopo la Grecia: crollo delle borse, tracollo dei prezzi degli immobili, nazionalizzazione di Banche e richiesta di ingenti somme di denaro all’UE.
Stesse Misure: Aumento delle tasse con conseguente perdita del potere d’acquisto, taglio dei salari e licenziamento di 24.750 statali, ovviamente rimane invariata l’aliquota (12,5%) per le aziende. Austerità per far ricadere sulle spalle dei lavoratori e delle classi sociali più deboli i costi della crisi.
Stesse Analisi: Economisti e governi continuano con la solita solfa di additare la colpa della crisi ai cattivi speculatori e alla mala finanza, nascondendo il fatto che la crisi è strutturale all’interno del sistema produttivo capitalista, che alla fine del suo ciclo sta generando sovrapproduzione di merci e capitali che non riescono più a valorizzarsi, i fatti lo dimostrano giornalmente.
Per concludere crediamo che l’unico soggetto che manca in maniera attiva all’interno di questa crisi siano i lavoratori/ici e le classi sociali più deboli che per il momento non riescono ad esprimere, se non in alcune circostanze sporadiche, un’opposizione forte alle misure che i vari governi stanno adottando per superare la crisi.
Manca la risposta di chi la crisi la sta pagando,noi, parte attiva di questo soggetto lavoriamo affinché queste risposte arrivino al più presto, nel frattempo arrivederci al prossimo default Spagna? Portogallo? …?