La repressione non fermerà la lotta!

Pubblichiamo il comunicato del centro sociale Vittoria sulle denunce giunte a carico di 21 compagni/e che partecipano al percorso di lotta del coordinamento a sostegno dei lavoratori delle cooperative ai quali esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza. Queste denunce arrivano non a caso adesso che la lotta sta aprendo nuovi fronti e si sta diffondendo sempre di più in questi luoghi di schiavitù. In particolare è molto significativa la lotta che in questi giorni stanno portando avanti i lavoratori della coop. Safra in appalto nei magazzini Esselunga di Pioltello, che domenica hanno subito un assalto squadrista da parte di padroni, crumiri e picchiatori giunti dall’esterno. La repressione arriva per spezzare queste lotte che attraverso la solidarietà di classe stanno seriamente mettendo in crisi il sistema di sfruttamento messo in atto dai padroni delle cooperative.

LA REPRESSIONE NON FERMERA’ LA LOTTA!

In questi giorni stanno arrivando gli avvisi di garanzia a 21 compagni e compagne del SiCobas, del Centro Sociale Vittoria e del Coordinamento di sostegno, con riferimento alla lotta dei lavoratori delle cooperative in appalto ai magazzini Bennet di Origgio iniziata a luglio del 2008.

Come sempre non entriamo nel merito dei fatti contestati e delle accuse, annotiamo solo la loro pretestuosità che indica responsabilità generiche di “reati commessi in un unico disegno criminoso” in 3 picchetti in occasione degli scioperi.

Vogliamo invece denunciare con forza il loro carattere fortemente politico contro un movimento a sostegno delle lotte dei lavoratori delle cooperative che sta dando forti segnali di crescita e sviluppo e che sta incominciando a mettere in crisi il sistema di schiavismo, sfruttamento e caporalato che regola in maniera fortemente gerarchica e autoritaria i rapporti di lavoro all’interno delle cooperative.

Un pesante sistema di accumulazione di profitto, con chiari segni d’infiltrazione mafiosa, contro il quale i lavoratori di numerosissime cooperative,  a stragrande maggioranza immigrati, hanno cominciato a scontrarsi, proprio a partire dalla lotta di Origgio del 2008, tessendo un filo rosso di comunicazione e solidarietà di classe che sta costruendo lotta dopo lotta, picchetto dopo picchetto, assemblea dopo assemblea un percorso basato sull’autorganizzazione, sull’identità di classe e sull’unità dei lavoratori.

Un percorso che, al di là della concretezza delle vertenze sindacali e delle sacrosante rivendicazioni per condizioni salariali e di lavoro migliori, si pone direttamente su un piano politico, parlando di identità, di dignità, di ugualitarismo, di abbattimento delle gerarchie e ponendo il problema della generalizzazione del conflitto a tutti i settori lavorativi

Ricordiamo brevemente a tutti e tutte solo gli episodi più eclatanti di questo percorso: la lotta dura e le cariche violente della polizia e carabinieri alla Gls Executive di Cerro Lambro, i picchetti e le iniziative di denuncia dentro i supermercati Billa, la lotta dei giorni scorsi dei lavoratori in appalto alla Sda di Carpiano e quella ancora in corso contro lo strapotere e l’arroganza delle cooperative in appalto al polo logistico Esselunga di Pioltello.

Proprio domenica 27 novembre l’aggressione squadristica organizzata dalle cooperative utilizzate dal “mago” Caprotti fa capire come grandi consorzi, padroni e padroncini vari vogliano alzare il livello dello scontro sul terreno repressivo fino all’aggressione fisica organizzata.

Evidentemente queste lotte stanno lasciando il segno nelle tasche dei padroni di turno che, sentendo messo in discussione il loro “comando”, tendono sempre di più a spostare sul terreno prettamente politico del potere, lo scontro con i lavoratori e contro chi pratica in maniera militante la solidarietà di classe.

In un momento di crisi strutturale dell’economia capitalista dei paesi dell’occidente industrializzato, crediamo che ogni momento di conflitto che si ponga sul terreno concreto della resistenza e della lotta, vada valorizzato e generalizzato ponendo le basi di un confronto e di un avvicinamento di tutte le situazioni di lotta contro la precarietà e lo sfruttamento di classe.

Siamo convinti che questa sia una scelta obbligata per sviluppare una alternativa reale di sistema e non di governo alla società capitalista, un’opposizione di classe che possa strutturarsi basandosi sulla resistenza all’applicazione generalizza del “piano Marchionne” e sulla contrapposizione di massa alla repressione di ogni lotta che non si ponga sul terreno della concertazione.

CON QUESTE DENUNCE VOGLIONO SPAZZARE VIA LA LOTTA DEI LAVORATORI !

SOLIDARIETA’ PER CHI LOTTA !

LA REPRESSIONE NON FERMERA’ LE LOTTE DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE!

LA SOLIDARIETA’ E’ UN’ ARMA USIAMOLA!

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